Il settore dei pagamenti può contribuire al cambiamento ambientale in diversi modi
Il settore dei pagamenti può contribuire al cambiamento ambientale grazie al numero di persone e di operazioni che vengono eseguite. Consideriamo ad esempio:
- il costo ambientale della produzione di dispositivi hardware rispetto alla loro durata relativamente breve (5-7 anni per un terminale di pagamento e 2 anni per un telefono);
- la stampa di ricevute che spesso vengono cestinate;
- l’energia utilizzata dai data center
Separando le varie componenti del pagamento possiamo mostrare l’impatto dell’intera transazione con carta, osservando che:
- i data center rappresentano solo una quota molto piccola (10%) dell’impatto complessivo dei pagamenti con carta;
- anche la produzione di card ha un’incidenza piuttosto contenuta (intorno al 15%), principalmente a causa del PVC utilizzato per produrle;
- gran parte dell’impatto (75%) è dovuto ai terminali POS, principalmente ai materiali con cui vengono realizzati (37%) e al consumo energetico (27%).
Più di un terzo dell’impatto ambientale complessivo del sistema di pagamento con carta (36%) è costituito da emissioni di gas serra, principalmente dovute all’uso di energia ed ai trasporti.
Quali soluzioni adottare?
Una volta identificate tutte le aree di impatto, la domanda chiave è: quali azioni si possono intraprendere per ridurle drasticamente? Non esiste una risposta unica a questa domanda. Tuttavia, sicuramente l’approccio più efficace è quello di ridurre queste aree di impatto attraverso una progettazione eco-compatibile. Come indicato dall’Agenzia europea per l’ambiente:
“L’ecodesign considera gli aspetti ambientali in tutte le fasi del processo di sviluppo del prodotto, puntando a prodotti che abbiano il minor impatto ambientale possibile durante tutto il ciclo di vita del prodotto.”
Molti ATM propongono la rinuncia alla ricevuta cartacea, come gesto ecologico. I commercianti, in particolare quelli che adottano sistemi evoluti per la gestione della fatturazione, propongono di sostituire la stampa dello scontrino o della ricevuta con l’invio di una e-mail (con l’ulteriore vantaggio della costituzione di un’utile mailing list). Qui un ostacolo rimanente è la mancanza di un quadro normativo armonizzato, che permetterebbe di superare gli attuali conflitti di interessi tra le parti in causa.
Molto si può ancora fare anche per quanto riguarda la realizzazione di dispositivi di accettazione elettronica (terminali, computer, smartphone, carte di pagamento, ecc.). Un primo intervento potrebbe essere quello di aumentarne la durata della vita, introducendo anche un indice di riparabilità, come avviene in altre nazioni e, in Italia, per alcune marche di smartphone e tablet. Una modalità standby ancora più efficiente potrebbe essere adottata per ridurre al minimo il consumo energetico di un terminale POS quando non viene utilizzato, considerando che questo è ciò che di fatto avviene per la maggior parte del tempo.
Altre azioni da incentivare riguardano il riciclo dei materiali. Passare attraverso i canali di riciclaggio ridurrà la necessità di nuove apparecchiature e, quindi, l’inquinamento digitale.
Ultimo, ma non meno importante, si dovrebbe iniziare ad applicare il concetto di eco-design ai protocolli e agli standard di pagamento:
- semplificandoli e diminuendo la quantità di dati superflui scambiati
- separando gli aggiornamenti di sicurezza da quelli funzionali
- utilizzando V-POS
- adottando soluzioni di pagamento da mobile anziché in fisico (come il nostro Link to Pay e Scan to Pay)
Non è difficile identificare misure efficienti ed efficaci che potrebbero ridurre gli impatti ambientali durante tutto il ciclo di vita dei pagamenti. La consapevolezza all’interno del settore dei pagamenti è senza dubbio in aumento, anche se questo settore è ancora lontano dall’essere un “settore verde”.
Siamo convinti che l’unico approccio possibile sia quello collettivo
Attualmente, le società di pagamento non si concentrano sull’ecosistema completo ma crediamo che sia necessario un approccio sistemico: la valutazione dell’impatto del ciclo di vita e la progettazione del “pagamento end-to-end” devono considerare l’intero ciclo di vita ambientale.
Nessuna azienda può affrontare il problema da sola; è necessaria la collaborazione tra tutti i soggetti interessati, compresi coloro che gestiscono i sistemi e gli Enti pubblici che li regolano e vigilano.
Questo comporta che i principali attori:
- stakeholder dei pagamenti operativi: consumatori, commercianti, produttori di dispositivi, fornitori di servizi di pagamento, schemi ed organismi di standardizzazione (tecnologia, sicurezza)
- stakeholder degli enti pubblici
siano:
- responsabili della creazione di leggi e regolamenti con leggi sull’ambiente che possono avere implicazioni per i pagamenti ma anche regolamenti più specifici per i pagamenti al dettaglio (direttive sui pagamenti)
- soggetti responsabili della supervisione delle attività di pagamento a livello nazionale (AMF) o regionale (EBA)
Tutti devono collaborare per valutare l’impronta ambientale dei servizi forniti per i pagamenti al dettaglio e per identificare azioni di mitigazione in termini di standard, regolamenti e implementazione o adattamento della tecnologia.
Allineiamo le nostre strategie ai limiti del nostro pianeta
Oggi, le aziende potrebbero sentirsi combattute tra la visione tradizionale (fornire valore attraverso la performance finanziaria) e il passaggio a una mentalità “post-crescita”, in cui i soli rendimenti finanziari potrebbero non essere l’unica priorità. Noi vogliamo incoraggiare questo passaggio verso un mondo più efficiente in termini di risorse, in cui le aziende cercano di ridurre le proprie attività per preservare il nostro pianeta.
Il momento di agire è ora, tutti insieme!
Fonti: DNB (Banca nazionale olandese) – Worldline
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